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La Cia-Agricoltori Italiani scende in campo per difendere il cuore dell’agricoltura europea

Una mobilitazione nazionale senza precedenti. È quella annunciata da Cia-Agricoltori Italiani, che mercoledì 2 luglio, alle ore 11, terrà una conferenza stampa a Roma per lanciare un allarme forte e chiaro: l’agricoltura è sotto attacco e l’Europa sta per compromettere decenni di politiche a sostegno del settore primario.

L’appuntamento si terrà nella Sala Conferenza dell’Associazione Stampa Estera in Italia, a Palazzo Grazioli, in Via del Plebiscito 102.

Il presidente Fini denuncia il silenzio dell’Europa e i rischi della riforma

A illustrare le ragioni della mobilitazione, sarà il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, che parlerà davanti alla stampa a pochi giorni dalla presentazione della nuova proposta di riforma della Pac (Politica Agricola Comune) da parte della Commissione europea.

Fini denuncerà una situazione in cui l’Europa sembra aver abbandonato gli agricoltori, dimenticando gli impegni assunti per garantire un futuro sostenibile al comparto agricolo. A suo dire, Bruxelles è tornata “silente” e distante dalle vere esigenze del mondo rurale.

No al Fondo unico: un rischio per la tenuta del sistema agricolo europeo

Tra i punti più critici, Cia punta il dito contro la possibile introduzione di un Fondo unico, che rischia di azzerare la storicità, le specificità e gli equilibri della Pac, compromettendo la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto quelle più piccole e radicate nei territori.

La data spartiacque è il 16 luglio, giorno in cui la nuova proposta potrebbe essere formalmente approvata, segnando – secondo Cia – la fine della più importante politica europea che da oltre cinquant’anni garantisce sicurezza alimentare e sviluppo delle aree rurali.

Una battaglia confederale per il futuro del cibo e dell’ambiente

La mobilitazione della Cia si pone come difesa del modello agricolo europeo, fondato su qualità, tracciabilità, tutela dell’ambiente e dignità del lavoro agricolo. Una battaglia confederale, quindi, che va ben oltre gli interessi di categoria e chiama in causa il futuro della produzione di cibo in Europa.

Fini ribadirà la necessità di ascoltare gli agricoltori, rafforzare il dialogo con i territori e preservare la Pac come strumento essenziale di coesione sociale ed economica, specialmente in un momento storico segnato da crisi geopolitiche, inflazione e cambiamenti climatici.

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