Cia-Agricoltori Italiani: “Raccolto migliore del 2024, ma le rese deludono. Bene la qualità e l’avvio di Granaio Italia”
Raccolto 2025: tra recupero produttivo e rese inferiori alle attese
Roma, 11 luglio – Secondo le prime stime di Cia-Agricoltori Italiani, la campagna di raccolta del grano duro 2025 si chiuderà con una produzione complessiva di circa 4 milioni di tonnellate. Un risultato che segna un recupero rispetto al disastroso 2024, quando il raccolto non superò i 3,5 milioni di tonnellate, ma che comunque delude le aspettative, soprattutto alla luce dell’aumento delle superfici coltivate nel Centro-Sud.
Le cause vanno ricercate soprattutto nelle piogge durante la semina e nelle temperature elevate di metà maggio, che in molte aree del Mezzogiorno non hanno consentito una corretta riempitura della spiga. Il risultato è un abbassamento delle rese, nonostante la qualità del grano sia elevata: ottimi infatti i parametri su colore, peso specifico e contenuto proteico.
Focus sul Sud: Sicilia e Puglia in ripresa, stabili le altre regioni
La ripresa produttiva rispetto al 2024 è evidente soprattutto nelle regioni meridionali. In Sicilia, la produzione dovrebbe attestarsi tra le 700 e le 750 mila tonnellate, un netto miglioramento rispetto alle 300 mila dell’anno precedente, segnato da una siccità estrema. In Puglia, prima regione italiana per estensione di grano duro, la produzione 2025 dovrebbe toccare le 900 mila tonnellate, rispetto alle 650 mila dello scorso anno.
Meno variabili i dati per regioni come Basilicata, Molise, Marche, Emilia-Romagna e Toscana, dove le rese si mantengono stabili ma senza particolari picchi, confermando un quadro produttivo diseguale e condizionato dai cambiamenti climatici.
Fini: “La qualità c’è, ma i prezzi restano inaccettabili”
«Il grano duro è la prima coltura italiana per superficie, con oltre 1,2 milioni di ettari e 200 mila agricoltori coinvolti», ha ricordato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini. «Anche quest’anno le rese sembrano deludere, mentre finalmente arrivano buone notizie sul fronte della qualità. Ma il vero problema – ha aggiunto – restano i prezzi troppo bassi, che continuano a oscillare intorno ai 30 euro al quintale, al di sotto dei costi di produzione cresciuti notevolmente negli ultimi anni».
Granaio Italia: più trasparenza, più tutela per gli agricoltori
Un segnale positivo arriva dall’entrata in vigore di Granaio Italia, il registro telematico delle giacenze fortemente voluto da Cia. «Si tratta di uno strumento fondamentale per la trasparenza del mercato, per tutelare il lavoro dei produttori e per garantire un rapporto più equo tra filiera e prezzo riconosciuto agli agricoltori», ha spiegato Fini. «È una vittoria della Confederazione, da sempre in prima linea per chiedere regole chiare e strumenti di monitoraggio efficaci».