Settimana decisiva a Bruxelles. Cia chiede più fondi e stop al Fondo unico che minaccia la Politica agricola comune
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen deve tornare sui suoi passi e rispettare l’agricoltura. La nuova Pac, così come concepita, non è degna del ruolo strategico che il settore riveste per l’Europa e per milioni di cittadini. È questo l’appello lanciato da Cia-Agricoltori Italiani, che in vista della settimana decisiva a Bruxelles per il Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034, ribadisce il proprio no al Fondo unico e chiede più risorse per la Politica agricola comune.
“Accogliamo positivamente le parole della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola sull’urgenza di modificare il Qfp – ha dichiarato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – ma l’agricoltura resta sotto attacco. Il Parlamento non può arretrare, altrimenti verrebbero vanificati mesi di battaglie contro il Fondo unico e il taglio del 22% al budget agricolo”.
Per Cia, l’idea di un Piano di partenariato che accorpi i fondi della coesione, della Pac, delle politiche sociali e della sicurezza interna rischia di frammentare le strategie nazionali e creare disparità tra Stati membri. “Una simile impostazione – ha aggiunto Fini – metterebbe in competizione comparti che dovrebbero essere alleati, con gravi ricadute sul reddito degli agricoltori e sulla tenuta delle aree rurali. È una governance fragile, priva di semplificazione normativa e indebolita sul fronte delle risorse”.
Nonostante il bilancio europeo salga a 2.000 miliardi di euro, la dotazione per la Pac post 2027 scenderebbe dal 31% al 15%, riducendo la quota destinata all’Italia a 31 miliardi, ovvero 9 miliardi in meno rispetto al valore attuale.
“Questo non è uno scontro con gli agricoltori – ha concluso Fini – ma una sfida cruciale per la sicurezza alimentare europea. Se non si investe sull’agricoltura, si indebolisce l’intera Unione”.