ChatGPT ha detto:
Dall’Assemblea annuale 2025 l’appello a difendere la politica agricola comune e a garantire un futuro alle imprese e ai territori
Una mobilitazione che parte da Roma
All’Assemblea annuale 2025, Cia ha annunciato una mobilitazione senza precedenti: il 18 dicembre oltre 5mila agricoltori e almeno mille trattori saranno in piazza a Bruxelles per ribadire che la Pac è il cuore dell’Unione europea e non può essere ridimensionata. Il presidente Cristiano Fini ha richiamato istituzioni nazionali ed europee a un’assunzione di responsabilità piena, spiegando come il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale delinei uno scenario di tagli e dispersione delle risorse che metterebbe a rischio il sistema agricolo continentale.
La Pac è stabilità, sicurezza alimentare e coesione
Nella relazione introduttiva, Fini ha ricordato che nessuna politica europea ha generato più stabilità della Pac, cardine della sicurezza alimentare, della coesione sociale e del presidio territoriale. La proposta di trasformarla in un capitolo indistinto del bilancio europeo è giudicata per Cia una scelta miope e potenzialmente destabilizzante, che ridurrebbe il sostegno agli agricoltori e indebolirebbe il mercato unico. Per l’Italia significherebbe passare da 40 a circa 31 miliardi, con pesanti ricadute sul reddito degli agricoltori e sulla vitalità dei territori rurali.
Agricoltura e aree interne da tutelare insieme
Fini ha richiamato il ruolo strategico delle aree interne: qui si concentra il 56% della superficie coltivabile italiana, contesti cruciali per contrastare il dissesto idrogeologico e per garantire la tenuta demografica dei territori. Per Cia, coesione e agricoltura non devono essere messe in competizione, ma integrate in una strategia comune capace di sostenere servizi, connessioni e opportunità per le comunità rurali.
Semplificazione e competitività
La richiesta di Cia è chiara: una semplificazione reale, che renda le norme più efficaci e applicabili, riducendo gli ostacoli burocratici che frenano produttività e innovazione. Tra le priorità sottolineate da Fini: accelerare sulle fitotecnologie alternative, approvare rapidamente le NGT, digitalizzare i processi e intervenire con decisione sulla distribuzione del valore lungo la filiera. Su 100 euro spesi dal consumatore, solo 7 arrivano agli agricoltori: un divario che per Cia è ormai insostenibile.
Commercio internazionale e reciprocità
Cia non si oppone all’apertura dei mercati, ma chiede condizioni eque: standard ambientali e sociali equivalenti, controlli più rigorosi alle frontiere, clausole di salvaguardia automatiche e tutela delle produzioni più esposte. Serve una linea europea più ferma anche nei dossier globali, come le trattative con il Mercosur. Nessuna concessione può essere fatta a discapito delle imprese agricole europee.
Verso Bruxelles: una scossa politica per l’Europa
Il 18 dicembre la voce degli agricoltori europei arriverà direttamente alle istituzioni comunitarie. “Non difendiamo solo un comparto, ma il destino dei territori e delle generazioni future”, ha concluso Fini. Per Cia Calabria, questa mobilitazione rappresenta un passaggio cruciale: la Pac è una garanzia per l’agricoltura e per l’Europa stessa. Ora occorre una risposta politica all’altezza della sfida, capace di dare certezze, prospettive e stabilità al settore primario.

