Il presidente Fini fermare la riforma von der Leyen è la priorità la protesta continua
Il rinvio della firma dell’accordo Mercosur viene accolto con favore da Cia–Agricoltori Italiani. Per l’organizzazione agricola si tratta di un segnale nella direzione giusta, che conferma come senza risposte concrete alle preoccupazioni del mondo agricolo non possa esserci alcuna intesa commerciale. Al centro restano i nodi della reciprocità delle regole e delle tutele per le imprese europee, temi che da tempo alimentano il confronto con le istituzioni comunitarie.
A sottolinearlo è il presidente nazionale di Cia–Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, che evidenzia anche il peso avuto dall’Italia e dalla grande mobilitazione unitaria andata in scena a Bruxelles. Una protesta pacifica, partecipata, che ha portato nel cuore dell’Europa migliaia di agricoltori e rappresentanti delle organizzazioni agricole per ribadire con forza le richieste del settore.
L’attenzione sulla Pac resta alta
Se il rinvio del Mercosur rappresenta un passaggio positivo, per Cia la vera emergenza resta un’altra. A Bruxelles si sono ritrovate quaranta organizzazioni aderenti al Copa-Cogeca, con oltre diecimila agricoltori, per denunciare i rischi legati alla proposta di riforma della Politica agricola comune. Secondo Fini, fermare l’impianto della riforma voluta dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è una priorità assoluta e costituisce la ragione principale di una mobilitazione iniziata da mesi e destinata a proseguire.
Nel mirino ci sono i tagli al bilancio e l’ipotesi di un Fondo unico che, di fatto, snaturerebbe la Pac. Per l’agricoltura, settore strategico senza il quale non c’è futuro, Cia chiede più risorse e maggiore equità. Le proposte attuali, al contrario, rischiano di sottrarre all’Italia circa nove miliardi di euro, indebolendo il sistema produttivo e mettendo a rischio la tenuta economica di migliaia di aziende.
Un bilancio amaro e una richiesta di responsabilità
Il giudizio sul confronto con la Commissione europea resta critico. Secondo Fini, dalle istituzioni Ue sono arrivate finora solo parole di vicinanza, senza atti concreti. Una solidarietà che non basta a fronte delle difficoltà reali che il comparto agricolo sta affrontando.
Da qui l’appello finale alla responsabilità istituzionale. Cia chiede alla presidente della Commissione di riconoscere l’errore di impostazione e di rivedere complessivamente la politica europea per l’agricoltura. In gioco non c’è soltanto il futuro degli agricoltori, ma la sicurezza alimentare e l’interesse dei cittadini di tutta Europa.