Spedizioni in calo per il secondo mese consecutivo. A luglio -10% sullo stesso mese del 2024
L’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti perde colpi. Nei primi sette mesi del 2025, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Cia-Agricoltori Italiani su dati Istat, si registrano 600 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024. Una frenata che conferma le conseguenze dei dazi introdotti dall’amministrazione Trump e che interrompe una crescita costante che aveva caratterizzato per anni il Made in Italy negli Usa.
Le spedizioni sono in calo per il secondo mese consecutivo. Dopo il -3% di giugno, a luglio si è registrata una contrazione del 10% rispetto allo stesso mese del 2024. Si tratta di un peggioramento significativo, soprattutto se si considera che ad aprile l’incremento si era già ridotto a +1% e a maggio era sceso allo 0,4%. Questo trend negativo ha pesato sulla crescita cumulata gennaio-luglio, che si ferma a un modesto +3%, contro il +19% segnato nello stesso periodo del 2024.
Cia evidenzia come la perdita di slancio abbia inciso profondamente: i 600 milioni mancanti rappresentano un duro colpo per la filiera agroalimentare italiana, che aveva fatto degli Stati Uniti un mercato strategico, con performance record negli ultimi anni.
Un segnale altrettanto preoccupante arriva dalla bilancia commerciale. A luglio 2025 il saldo è cresciuto appena del 3% su base annua, ben lontano dal +28% registrato nello stesso mese del 2024. La timida ripresa è dovuta non a un rilancio delle esportazioni, ma a un calo più marcato delle importazioni, segno che le dinamiche globali restano fragili.
Per Cia, i dati confermano l’urgenza di misure concrete per sostenere le imprese e difendere le esportazioni agroalimentari italiane, minacciate da una congiuntura internazionale sempre più incerta.