Fini: “Così perdiamo competitività nei nostri settori chiave senza ottenere nulla in cambio”
L’allarme della Cia dopo l’intesa Ue-Usa: “Esportazioni a rischio”
«Più che un accordo, sembra una resa. Il settore agroalimentare italiano è stato sacrificato». Con queste parole il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha commentato l’intesa raggiunta tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che introduce dazi del 15% su numerosi prodotti agroalimentari europei.
Secondo Fini, l’impatto per il Made in Italy sarà pesante, specie per comparti strategici come vino, olio, pasta, riso e formaggi, con ricadute anche sull’indotto agroindustriale e sull’occupazione. «Abbiamo evitato la tariffa del 30%, ma l’effetto reale dei nuovi dazi resta motivo di grande preoccupazione», aggiunge, in attesa che vengano ufficializzate le liste doganali definitive.
A rischio la prima piazza mondiale per il vino italiano
Il comparto più esposto è quello vitivinicolo. Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale per il vino italiano, con un fatturato di 1,9 miliardi di euro nel 2024. I più colpiti potrebbero essere i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota export verso gli Usa del 48%, seguiti dai rossi toscani Dop (40%), rossi piemontesi (31%) e il Prosecco Dop (27%).
«Dazi di questa portata rischiano di dare un vantaggio ai nostri competitor, erodendo quote di mercato conquistate con fatica», sottolinea Fini.
Olio extravergine sotto pressione, rischio dumping da Paesi terzi
Anche il settore dell’olio extravergine di oliva rischia di subire un duro colpo. Gli Usa rappresentano il principale mercato extra-UE per l’olio italiano, con 100 mila tonnellate esportate all’anno per un valore vicino al miliardo di euro. Il nuovo dazio potrebbe spingere i buyer americani verso oli più economici provenienti da Turchia, Tunisia o Sud America, danneggiando la competitività del prodotto italiano e favorendo l’uso di oli alternativi come girasole, soia e mais.
Inoltre, l’impatto interesserà anche Spagna e Grecia, principali produttori europei, con conseguenze gravi sul mercato interno europeo per via di un possibile eccesso di offerta e conseguente crollo dei prezzi.
Formaggi, pasta e riso: export in pericolo
Nel comparto caseario, i dazi colpiranno formaggi Dop come Pecorino Romano e Mozzarella di Bufala, penalizzando sia l’export diretto sia l’uso nell’industria alimentare americana. A rischio anche prodotti molto apprezzati negli USA come pasta, riso e farine, che da soli valgono circa 2 miliardi di euro l’anno di esportazioni con mezzo milione di tonnellate inviate oltreoceano.
Cia avverte che le ripercussioni potrebbero toccare anche l’occupazione, se non verranno introdotte misure compensative o strumenti di tutela per le imprese colpite. Inoltre, l’effetto combinato tra dazi e fluttuazioni dell’euro-dollaro rischia di aggravare la situazione, comprimendo i margini aziendali o alzando i prezzi al consumo.
Serve una reazione politica forte e misure di sostegno
«Questa non è la strada per proteggere il nostro agroalimentare», conclude Fini. «Il Governo italiano e l’Europa devono intervenire, altrimenti rischiamo di compromettere settori fondamentali per la nostra economia e identità culturale».