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Dalla continuità d’impresa al welfare rurale: costruire futuro e opportunità nei territori interni

Le donne sono una forza essenziale per l’agricoltura italiana e per la vitalità delle aree rurali, ma ancora oggi incontrano ostacoli strutturali nell’accesso ai servizi, al credito e al riconoscimento del proprio ruolo. Per questo Donne in Campo-Cia, l’associazione che riunisce le imprenditrici agricole aderenti a Cia-Agricoltori Italiani, ha presentato un piano d’azione nazionale per ridurre disuguaglianze e costruire sviluppo nelle campagne.

L’iniziativa è stata lanciata a Roma durante l’Assemblea nazionale di Donne in Campo, dal titolo “Donne rurali: energia vitale per un territorio in salute”. Dall’incontro è emersa con chiarezza la volontà di portare avanti una proposta organica che parli non solo di agricoltura e impresa, ma anche di diritti, salute, famiglia, servizi e coesione sociale.

La presidente nazionale di Donne in Campo, Pina Terenzi, ha ricordato che in Italia una impresa agricola su tre è guidata da una donna e che oltre 800 mila donne lavorano ogni giorno nel settore primario. Nonostante ciò, molte aree interne continuano a soffrire di carenze infrastrutturali e sociali che costringono spesso le imprenditrici a scegliere tra lavoro e vita familiare. “La desertificazione dei servizi – ha sottolineato Terenzi – non è solo un problema sociale, ma un freno allo sviluppo dei territori e una forma di disuguaglianza strutturale. Per questo chiediamo strumenti concreti e immediatamente applicabili”.

Tra le proposte più rilevanti avanzate da Donne in Campo, trova spazio l’introduzione della figura del co-manager aziendale, per garantire la continuità dell’impresa durante maternità, malattia o periodi di cura dei familiari. L’associazione chiede inoltre il rilancio dei consultori familiari rurali, presidi sanitari fondamentali per le donne nelle aree interne, insieme al mantenimento dei punti nascita e all’accesso alla medicina di genere nelle zone disagiate. Centrale anche il riconoscimento del ruolo sociale delle aziende agricole condotte da donne, che spesso svolgono funzioni di welfare nelle comunità attraverso fattorie didattiche, attività sociali, agriturismi e servizi educativi di prossimità.

Donne in Campo invoca, infine, una legge quadro nazionale per l’imprenditoria agricola femminile e una dotazione finanziaria dedicata nelle politiche agricole, oggi assente in strumenti chiave come la Pac e il PNRR. I temi affrontati saranno portati anche a Bruxelles per far emergere, nel dibattito sulla futura riforma della Pac, il diritto delle donne agricole a essere rappresentate nelle scelte strategiche europee.

Il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha rimarcato come la visione di Donne in Campo rappresenti un tassello fondamentale della strategia agricola italiana: “La modernizzazione dell’agricoltura passa necessariamente da equità, innovazione e inclusione. Sostenere le donne significa rafforzare le imprese e rendere più forti i territori rurali”.

Anche Cia Agricoltori Italiani della Calabria guarda con grande interesse a queste proposte. Il tessuto agricolo regionale è sostenuto in modo decisivo dalle imprese guidate da donne, protagoniste della multifunzionalità rurale, delle filiere di qualità, dell’agriturismo, del biologico e dell’agricoltura sociale. Rendere centrale il loro contributo significa offrire nuove opportunità alla Calabria e difendere il futuro delle aree interne, cuore identitario della regione.

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