Dal convegno “Oltre la Torba” l’appello del presidente Aldo Alberto: unire ricerca, imprese e istituzioni per affrontare una sfida strategica per il settore
Una crisi strutturale, non temporanea
La drastica riduzione della disponibilità di torba in Europa non è una semplice emergenza congiunturale, ma una crisi strutturale che richiede un cambio di paradigma nel modo di produrre e gestire i substrati. È quanto emerso dal convegno “Oltre la Torba: gli scenari e le strategie per la sostenibilità del Florovivaismo”, tenutosi a Roma il 19 novembre presso l’Auditorium “Giuseppe Avolio”. L’iniziativa, promossa da Florovivaisti Italiani-Cia Agricoltori Italiani, ha riunito ricercatori, esperti e produttori per analizzare quella che il presidente Aldo Alberto ha definito “una tempesta perfetta dei substrati”.
Prezzi in aumento e rischio speculazioni
Per Aldo Alberto, la sfida è duplice: salvaguardare la disponibilità dei materiali e contenere l’aumento dei prezzi dei substrati, che potrebbe innescare speculazioni dannose per la competitività delle imprese italiane. “Il florovivaismo ha un ruolo strategico per il verde e per l’agricoltura, ma oggi deve affrontare una minaccia seria. Non possiamo arrivare impreparati all’inizio della prossima stagione produttiva”, ha dichiarato, richiamando l’attenzione del Masaf sulla necessità di un intervento immediato.
La richiesta di un tavolo nazionale
A sostenere la stessa linea è stata Emanuela Milone, vicepresidente di Florovivaisti Italiani-Cia, che ha ribadito l’urgenza di istituire un tavolo di confronto nazionale con produttori, istituzioni e ricerca per accelerare la nascita di filiere alternative sostenibili. Anche Daria Orfeo, direttrice di AIPSA, ha parlato di una delle crisi più significative degli ultimi decenni, aggravata da pressioni climatiche, ambientali e geopolitiche, indicando come strada maestra la diversificazione delle fonti e un dialogo continuo tra tutti gli attori della filiera.
Le alternative alla torba e la sfida della gestione vivaistica
Sul fronte scientifico, Sonia Cacini del CREA ha illustrato i risultati della ricerca, che punta su materiali come compost verde, fibre di cocco, fibre di legno stabilizzate, sfagno, biochar e digestati. “Non esiste un sostituto unico – ha spiegato – ma un insieme di soluzioni che richiedono protocolli agronomici precisi e gestione attenta”.
Di “salto culturale necessario” ha parlato Andrea Minuto, direttore del CeRSAA, sottolineando come le nuove soluzioni comportino sistemi biologicamente più dinamici da governare con approcci innovativi e competenze aggiornate.
Un’alleanza per la sostenibilità
Dal dibattito finale è emerso un messaggio condiviso: la transizione verso substrati alternativi non può ricadere solo sulle imprese. Serve una collaborazione sinergica tra produttori, vivaisti, istituzioni e mondo della ricerca per garantire stabilità e sostenibilità al florovivaismo italiano.
Per Cia Calabria, questo confronto nazionale rappresenta un punto di svolta per tutelare un comparto che contribuisce in modo significativo alla qualità ambientale, paesaggistica e produttiva del Paese.