Il presidente Fini: “Governo convochi con urgenza il tavolo di filiera. A rischio 3mila imprese e oltre 20mila posti di lavoro”
La Cia-Agricoltori Italiani esprime forte preoccupazione per il ritiro dell’emendamento Gelmetti sulla liceità del fiore di canapa industriale a basso contenuto di THC, definendolo un atto miope e inaccettabile. La mancata discussione, nell’ambito della legge di Bilancio, di un testo che avrebbe potuto restituire chiarezza e certezza normativa al settore, rappresenta secondo l’organizzazione un grave passo indietro per un comparto agricolo strategico.
“È un’occasione persa per il Paese e per un settore che genera valore, occupazione e sviluppo nelle aree rurali” dichiara il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, sottolineando come la decisione priva il Parlamento della possibilità di avviare un confronto serio su una filiera che ha dimostrato di avere un forte potenziale economico e ambientale.
Attualmente, il decreto Sicurezza equipara il fiore di canapa a basso THC alle sostanze stupefacenti, vietandone importazione, cessione, lavorazione e vendita. Una norma che, secondo Cia, non è in linea con il quadro europeo e che sta già mettendo in difficoltà un settore composto da oltre 3mila imprese e più di 20mila lavoratori. Dopo la legge 242 del 2015, la coltivazione della canapa industriale aveva infatti conosciuto una crescita significativa, frenata però dalle recenti restrizioni normative.
Nonostante diverse sentenze favorevoli e la decisione del Consiglio di Stato di rimettere la questione alla Corte di giustizia europea, il comparto resta in una situazione di incertezza che rischia di comprometterne la sopravvivenza.
“C’è fiducia nelle istituzioni nazionali e comunitarie – conclude Fini – ma è necessario che il Governo riapra subito il confronto e convochi il tavolo di filiera della canapa, istituito presso il Masaf ma mai attivato. Solo un dialogo costruttivo potrà garantire stabilità, sviluppo e nuove opportunità per un settore che rappresenta una risorsa economica e ambientale per l’agricoltura italiana.”