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Il presidente Fini: “Von der Leyen mantenga le promesse. Servono politiche e risorse adeguate alle sfide del settore agricolo”

In un momento in cui l’agricoltura europea è messa alla prova da crisi geopolitiche, commerciali e climatiche senza precedenti, la CIA-Agricoltori Italiani rilancia con forza la sua posizione: serve una PAC (Politica Agricola Comune) forte, coerente e ben finanziata, capace di affrontare le sfide attuali e future.

Durante il convegno “Quale futuro per la politica agricola comune”, svoltosi oggi a Roma presso il Palazzo della Cooperazione, il presidente nazionale di CIA, Cristiano Fini, ha denunciato la preoccupante proposta della Commissione Europea: una PAC post-2027 ridimensionata, accorpata in un fondo unico con oltre il 20% di tagli alle risorse agricole.

“La scelta di indebolire la PAC, fondamento dell’Europa unita – ha dichiarato Fini – è pericolosa e miope. Così si tradiscono le promesse di sostenibilità, coesione territoriale e sicurezza alimentare.”

Il rischio per le aree rurali: la Calabria tra le più esposte

Per la Calabria, dove l’agricoltura rappresenta un presidio fondamentale per le zone interne, montane e svantaggiate, una PAC meno ambiziosa significherebbe meno sostegni a chi lotta ogni giorno contro lo spopolamento, la marginalità e la crisi climatica. La CIA Calabria ribadisce con forza l’urgenza di una politica europea che metta al centro chi produce, innova e custodisce i territori.

La proposta della Commissione – ha aggiunto Fini – rischia di creare forti squilibri tra Stati membri e territori, spezzando l’unicità del mercato agricolo europeo e danneggiando soprattutto le piccole aziende, le donne, i giovani e gli agricoltori delle aree interne, che avrebbero invece bisogno di maggiore tutela.

Giovani, giustizia sociale e transizione generazionale

Tra i punti positivi evidenziati da CIA, c’è il superamento dei titoli storici per una redistribuzione più equa degli aiuti. Ma si alza il livello di allerta per l’ipotesi di escludere dal sostegno al reddito gli agricoltori pensionati entro il 2032: una scelta che – secondo CIA – minaccia la tenuta demografica delle campagne senza garantire un reale passaggio generazionale.

“Servono pensioni dignitose per gli agricoltori anziani e strumenti veri per i giovani – ha concluso Fini – come accesso alla terra, al credito, all’innovazione, e infrastrutture moderne, soprattutto nelle aree svantaggiate.”

CIA Agricoltori Italiani della Calabria sottolinea l’importanza di non arretrare: la riforma della PAC è una sfida centrale per il futuro della regione, per garantire resilienza produttiva, presidio del territorio e sviluppo rurale sostenibile.

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