Il voto del Parlamento europeo è un timido passo in avanti, ma restano forti criticità per l’agricoltura italiana
Resta alta l’attenzione della Cia-Agricoltori Italiani sull’accordo commerciale Ue-Mercosur, dopo il voto di ieri del Parlamento europeo che introduce alcuni miglioramenti rispetto alla proposta iniziale della Commissione sulle clausole di salvaguardia. Per l’organizzazione agricola, tuttavia, si tratta di un passo ancora insufficiente per garantire una reale tutela del settore primario europeo e, in particolare, di quello italiano.
Secondo Cia, continua a mancare un elemento fondamentale: la certezza del rispetto di norme di produzione equivalenti a quelle vigenti nell’Unione europea. Un’assenza che espone gli agricoltori a una concorrenza sleale e mette a rischio la sostenibilità economica, ambientale e sanitaria delle produzioni Made in Italy.
Le preoccupazioni restano elevate soprattutto sul fronte dei fitofarmaci e della tracciabilità. Nei Paesi del Mercosur sono ancora consentite decine di sostanze vietate da anni in Europa, mentre in Brasile non esiste un sistema nazionale di tracciabilità per un patrimonio zootecnico che supera i 238 milioni di capi di bestiame. Elementi che, secondo Cia, evidenziano uno squilibrio strutturale nelle regole di mercato e nei controlli.
In assenza di garanzie solide e automatiche contro pratiche scorrette, standard sanitari inferiori e distorsioni commerciali, l’accordo Ue-Mercosur resta per Cia inaccettabile. L’organizzazione ribadisce quindi la propria contrarietà a ratifiche affrettate e chiede l’introduzione di clausole realmente efficaci basate sul principio di reciprocità.
L’Italia, conclude Cia, deve cogliere ogni opportunità per rafforzare la propria competitività sui mercati internazionali, ma senza mai rinunciare a difendere con determinazione il lavoro e il reddito degli agricoltori, pilastri della qualità e della sicurezza del sistema agroalimentare nazionale.