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L’approvazione del Piano Strategico della PAC 2023-2027, lo scorso 2 dicembre, libera quasi 37 miliardi di euro in 5 anni per il settore agro-alimentare, forestale e delle aree rurali.

Il 2 dicembre 2022 è stato approvato con Decisione di esecuzione della Commissione europea  il Piano Strategico della PAC 2023-2027 dell’Italia.

La Decisione arriva dopo un lungo e complesso processo negoziale, che ha visto il MASAF, gli Enti Vigilati, le Regioni e Province autonome e la Rete Rurale Nazionale fortemente impegnati nel lungo confronto con le Istituzioni europee, da un lato, e il partenariato nazionale, dall’altro.

Il Piano Strategico della PAC (PSP) rappresenta una vera e propria sfida per il sistema Paese, in quanto per la prima volta vengono raccolti in un unico documento di programmazione tutti gli strumenti della PAC, rafforzando la coerenza degli interventi messi in atto. Tale importante modifica non incide tuttavia sull’assetto costituzionale italiano, che attribuisce alle Regioni e Province autonome competenza primaria nel settore agricolo e che continueranno a svolgere un ruolo chiave nell’attuazione degli interventi di sviluppo rurale per i propri territori.

Alla luce della voluminosità e complessità del PSP e della necessità delle Regioni e Province Autonome di approvare le proprie scelte nel contesto della normativa regionale di riferimento, si è scelto di prevedere Complementi di Sviluppo Rurale, finalizzati a proporre ai potenziali beneficiari uno “stralcio” del PSP valido per il territorio regionale di riferimento, eventualmente integrato con indicazioni specifiche di carattere tecnico e procedurale che non si sostituiscono agli elementi di programmazione già inclusi nel PSP.

LE RISORSE A DISPOSIZIONE

L’approvazione consente di avviare la fase di implementazione del (PSP), attraverso cui saranno messi a disposizione del settore agro-alimentare e forestale e delle aree rurali quasi 37 miliardi di euro in 5 anni.

Il 48% della dotazione nazionale è rappresentata dai pagamenti diretti a valere sul FEAGA; mentre il 43% è garantito dallo sviluppo rurale, in particolare, per il contributo del cofinanziamento nazionale che vale oltre la metà delle risorse per il secondo pilastro (55%). L’aumento del cofinanziamento nazionale rispetto alla programmazione precedente ha consentito all’Italia di disporre di un ammontare medio annuo di risorse per lo sviluppo rurale pari a quella della 2014-2022, anche a fronte della riduzione delle risorse FEASR complessivamente assegnate all’Italia. Rilevanti anche le risorse per gli interventi settoriali che spiegano circa il 9% dei finanziamenti, includendo nella quantificazione anche le risorse non pre-allocate per il settore ortofrutticolo.

Nell’ambito dei pagamenti diretti, la dotazione tiene conto del fatto che l’Italia ha optato per la flessibilità tra pilastri, trasferendo allo sviluppo rurale circa 126 milioni di euro l’anno nel 2023-2026, pari al 3,5% dei pagamenti diretti (per interventi a favore dell’agricoltura biologica e dell’insediamento giovani). Mentre, nel contesto delle politiche settoriali si è optato per la creazione di una filiera per il settore pataticolo, cui viene destinato un plafond di 6 milioni di euro l’anno.

Il massimale dei pagamenti diretti al netto dei trasferimenti, pari a quasi 3,5 miliardi di euro l’anno, è stato destinato per il 48% al sostegno di base al reddito (BISS), per il 10% al sostegno ridistributivo (CRISS), per il 25% agli ecoschemi, per il 13% all’accoppiato a cui si aggiunge un ulteriore 2% per le colture proteiche; infine un 2% è stato destinato al sostegno per i giovani agricoltori.

Nell’ambito degli interventi settoriali, le risorse più importanti sono allocate al settore vitivinicolo, sebbene risultino anche significative le risorse che potenzialmente (sulla base dei programmi operativi delle OP) andranno a sostenere il settore ortofrutticolo, di cui l’Italia è tra i principali beneficiari in UE. Per un approfondimento sugli interventi settoriali si rimanda all’articolo di dettaglio.

La parte del Piano dedicata alle politiche di sviluppo rurale conserva essenzialmente l’assetto del precedente periodo di programmazione. Le risorse sono concentrate su misure a carattere agro-climatico-ambientale (ACA) e su investimenti, rispettivamente 28,6% e 26,8%. Il 18% delle risorse va alle misure della Gestione del rischio, unica misura di sviluppo rurale che sarà gestita a livello centrale.

Da una lettura trasversale delle dotazioni finanziarie, le scelte effettuate dall’Italia hanno inteso privilegiare i giovani agricoltori (+24% rispetto al limite richiesto dal regolamento), gli obiettivi ambientali e climatici nell’ambito dello sviluppo rurale (+13%), l’approccio Leader (+14%), mentre agli eco-schemi è stato dedicato il 25% della dotazione dei pagamenti diretti. Il 10% dei pagamenti diretti è stato invece destinato al pagamento ridistributivo, con cui sono state privilegiate le imprese di minori dimensioni.

Per un approfondimento sulle dotazioni relative alle scelte nell’ambito del secondo pilastro della PAC si rimanda all’articolo dedicato al tema.

OBIETTIVI E STRATEGIA DEL PIANO

A livello strategico, il PSP mira ad affrontare numerose esigenze espresse dai diversi territori, puntando al potenziamento della competitività del sistema agro-alimentare e forestale in ottica sostenibile, al rafforzamento della resilienza e vitalità dei territori rurali, alla promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e alla sicurezza sui posti di lavoro, al sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e all’ottimizzazione del sistema di governance.

Il raggiungimento di tali obiettivi viene perseguito utilizzando un approccio non più basato sulla conformità, ma focalizzato su performance e risultati, facendo riferimento ad un quadro comune e garantendo la coerenza delle politiche sia a livello nazionale che dell’Unione. Per un approfondimento sul New Delivery Model (NDM) nel PSP italiano si rimanda all’articolo dedicato al tema in questo numero Camaioni et al., 2022. Nell’ambito del NDM, infatti, la nuova PAC passa ad un modello di attuazione della politica che mira a facilitare il raggiungimento degli obiettivi definiti nelle strategie dell’UE. Per un’analisi sul contributo del PSP alle strategie UE si rimanda all’articolo di approfondimento.

Per conseguire tali importanti e ambiziosi obiettivi strategici, il PSP è stato sviluppato prevedendo un approccio sinergico e integrato con altri strumenti, in particolare il PNRR (che stanzia circa 5 miliardi di euro per il settore primario, cui si aggiungono altri 1,9 miliardi di euro per il biometano) e l’Accordo di Partenariato.

Con l’architettura verde e il sostegno alla ricerca, inoltre, risponde alle grandi sfide ambientali lanciate in particolare dal Green Deal europeo, da Farm to Fork, dalla Strategia europea per la Biodiversità e dalla Strategia Forestale europea.

Gli interventi previsti permetteranno di contribuire a raggiungere nel 2027 una maggiore sicurezza e qualità alimentare a lungo termine, un maggiore livello di competitività delle aziende, un più efficiente utilizzo delle risorse naturali, un riequilibrio del valore lungo le filiere agroalimentari, minori emissioni di gas serra, la salvaguardia della biodiversità, nuova occupazione per i giovani e sostegno alle aree marginali. Consentono, inoltre, di affrontare le sfide che il settore primario si trova a fronteggiare: il benessere animale e la riduzione dell’antibiotico resistenza, la digitalizzazione del settore agricolo, alimentare e forestale per il miglioramento delle performance economiche e ambientali, l’inclusione sociale, la parità di genere e le condizioni di lavoro.

LA NUOVA PAC IN SINTESI

Quattro sono le parole chiave che sintetizzano l’approccio italiano alla PAC 2023-2027: equità, sostenibilità, anche sociale, sviluppo locale e innovazione.


Equità

Tra le esigenze evidenziate sin dalle fasi iniziali dei lavori al PSP è emersa l’importanza di migliorare la redditività delle aziende agricole e la necessità di garantire un sistema più mirato e più equo del sostegno finanziario agli agricoltori. Un sistema di aiuti al reddito più equo viene garantito attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito che, prendendo a riferimento l’intero territorio nazionale, determina un importante riequilibrio nell’allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali più marginali e delle zone montane.

Per un approfondimento sulle scelte nazionali si rimanda al contributo Pierangeli et al., 2022. Gli effetti delle scelte fatte in questo ambito sono evidenziati nelle stime di due indicatori significativi in riferimento alla distribuzione più equa del sostegno: R.6[1], il cui valore passerebbe dal 97% nel 2020 al 111% nel 2026, e R.7[2], il cui valore, invece, passerebbe dal 95% nel 2020 al 97% nel 2026.

Tenendo conto del numero crescente di catastrofi naturali, quasi 3 miliardi di euro sono utilizzati per i nuovi interventi di gestione del rischio, in modo da garantire una più ampia partecipazione degli agricoltori agli strumenti messi a disposizione per far fronte alle avversità climatiche ed agli eventi catastrofici (gelo, alluvione e siccità). Dal 2023, infatti, sarà avviato il nuovo Fondo di Mutualizzazione Nazionale a cui parteciperanno – in base alle stime – quasi 800.000 agricoltori beneficiari dei pagamenti diretti. Si tratta di uno strumento nuovo che andrà ad affiancare le assicurazioni agevolate, già esistenti nel periodo di programmazione 2014-2022. Per un approfondimento sugli strumenti di gestione del rischio si veda l’articolo di dettaglio.

Particolare attenzione viene dedicata ai comparti produttivi con maggiori difficoltà attraverso il sostegno accoppiato, ai quali è destinata una dotazione di 2,64 miliardi di euro (15% della dotazione per i pagamenti diretti, di cui il 2% per le colture proteiche), per accompagnarli nelle sfide che devono affrontare per migliorare la loro qualità, la competitività e la sostenibilità dei vari processi produttivi. Di queste risorse, 352 milioni di euro (2%) saranno destinati a sostenere il piano proteine vegetali, con l’obiettivo di ridurre il livello di dipendenza dell’Italia dall’estero e conseguire un miglioramento della sostanza organica nel suolo.

Sostenibilità ambientale

Per affrontare le sfide climatico-ambientali, il PSP si concentra sulla transizione verde dei settori agricolo, alimentare e forestale. Circa 10,7 miliardi di euro sono destinati a interventi sul clima e l’ambiente. Con questo obiettivo, l’Italia ha elaborato 35 regimi volontari con cui compensare gli agricoltori che decideranno di aderire alle pratiche agro-ecologiche. Questi includono un uso ridotto di fertilizzanti e fitofarmaci, tecniche agricole che preservano la biodiversità e pratiche di conservazione del suolo.

La maggiore ambizione ambientale è garantita da una architettura verde che comprende: gli impegni della condizionalità rafforzata ; i 5 eco-schemi nazionali (con oltre 4 miliardi) che sosterranno le aziende, attraverso un approccio entry-level, nell’adozione di pratiche agro-ecologiche per la sostenibilità climatico-ambientale, il benessere animale e il contrasto all’antibiotico-resistenza; gli interventi agro-climatico-ambientali del secondo pilastro, cui è destinata una dotazione complessiva pari a circa il 39% del FEASR, di cui uno stanziamento di oltre 2 miliardi di euro sarà destinato all’agricoltura biologica. Per approfondimenti si agli articoli dedicati all’agricoltura verde e all’agricoltura biologica.

Inoltre, il Piano presterà particolare attenzione al benessere animale, in quanto la ristrutturazione della zootecnia italiana e la sua competitività passano inevitabilmente attraverso un percorso volto al miglioramento della sostenibilità. Con questo obiettivo, una quota significativa delle risorse per i regimi ecologici (eco-schemi) e gli interventi di sviluppo rurale (oltre 2 miliardi di euro), sarà dedicata al benessere degli animali (aumentando lo spazio vitale a disposizione degli animali e il tempo che trascorrono fuori dalle stalle) e alla riduzione dell’uso di antimicrobici.

Circa 500 milioni di euro saranno destinati a interventi a favore della forestazione sostenibile, da perseguire attraverso gli strumenti della pianificazione forestale, ma anche prevedendo il sostegno a tutti gli interventi in grado di migliorare la prevenzione dai danni causati dai disturbi naturali e dagli eventi climatici estremi.

Sostenibilità sociale

In sinergia con altri fondi comunitari e nazionali, il PSP propone un pacchetto di interventi volti ad offrire strumenti a sostegno dell’imprenditorialità e delle start-up, non solo in agricoltura ma anche in altri settori dell’economia rurale. Le aree rurali sono destinatarie di una rinnovata e crescente attenzione, riconosciute come patrimonio di diversità da salvaguardare e valorizzare. In questa logica, il legame dei nostri prodotti alimentari con il territorio, i paesaggi tradizionali, il capitale naturale e culturale rappresentano un valore non solo per la competitività del settore, ma anche per la tenuta socio-economica del territorio. Il Piano promuoverà strategie di sviluppo locale che raggiungeranno il 56% della popolazione rurale, attraverso gruppi di azione locale (LEADER). Oltre che con il LEADER, il Piano offre ai territori diversi strumenti di intervento che attraverso la cooperazione possono favorire lo sviluppo dei territori (Distretti del cibo, biodistretti, smart village, contratti di fiume) e l’integrazione con l’altrettanto rilevante Strategia per le aree interne (SNAI). Si veda al riguardo il nostro approfondimento.

Inoltre, il PSP sostiene iniziative volte a consentire l’accesso ai servizi essenziali per i lavoratori, in particolare quelli stagionali, garantendo la sicurezza sul lavoro, anche nell’ottica di contrastare lo sfruttamento lavorativo. L’Italia, infatti, sarà tra i primi Stati membri ad attuare la nuova “condizionalità sociale”, un sistema che intende migliorare le condizioni di lavoro nell’agricoltura europea, già nel 2023. La strategia, infatti, intende promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità, favorendo maggiore trasparenza sugli aspetti contrattuali e più sicurezza sui luoghi di lavoro. Con questo obiettivo, saranno rafforzati i servizi di consulenza aziendale, da indirizzare anche all’assistenza sulle condizioni di impiego e gli obblighi dei datori di lavoro, nonché la salute e la sicurezza sul lavoro e l’assistenza sociale nelle comunità di agricoltori.

Il PSP prevede inoltre il rafforzamento delle politiche a favore dei giovani agricoltori, spesso più ricettivi all’innovazione e alla digitalizzazione. A questo proposito, il Piano mobiliterà circa 700 milioni di euro per aiutare i giovani ad affrontare nuove sfide; dotazione che arriva a 1,1 miliardi di euro per attirare nuovi agricoltori nel settore.

Innovazione 

Una rinnovata attenzione viene dedicata dal PSP al sistema della conoscenza (AKIS), a servizio della competitività e della sostenibilità, nonché alla innovazione e digitalizzazione dell’agricoltura e delle aree rurali, allo scopo di supportare le imprese agricole e forestali nell’adozione di tecniche produttive più sostenibili e innovative e l’introduzione di nuove tecnologie.

Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, il PSP destina circa 2,22 miliardi di euro alla promozione e alla condivisione della conoscenza, dell’innovazione e della digitalizzazione. Le iniziative sostenute comprendono, tra l’altro, la consulenza agli agricoltori, servizi di consulenza su temi strategici (come il benessere animale, la sostenibilità ambientale e la gestione del rischio) e la formazione professionale di imprenditori e lavoratori.

Inoltre, un ruolo fondamentale sarà svolto anche dalla nuova Rete della PAC, che dedicherà un budget specifico al networking per l’innovazione, favorendo lo scambio dei gruppi operativi dell’European Innovation Partnership (EIP) e il dialogo tra gli attori del Sistema regionale delle Conoscenze e dell’Innovazione Agricola (AKIS). Un maggiore dettaglio è presente nell’articolo dedicato al tema su questo numero.

BIBLIOGRAFIA

  • Masaf (2022), Piano Strategico Nazionale PAC dell’Italia per il periodo 2023-2027.
  • Commissione europea (2020), Raccomandazioni della Commissione per il piano strategico della PAC dell’Italia, SDW(2020)396final.
  • Commissione europea (2022a), Osservazioni sul piano strategico della PAC presentato dall’Italia, Ref. Ares(2022)2416762 – 31/03/2022.
  • Commissione europea (2022b), Decisione di esecuzione della Commissione del 2.12.2022 che approva il piano strategico della PAC 2023-2027 dell’Italia ai fini del sostegno dell’Unione finanziato dal Fondo europeo agricolo di garanzia e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.

NOTE

  • [1] R6: Percentuale di sostegno ad ettaro per le aziende ammissibili con dimensione fisica inferiore alla media nazionale (rispetto al pagamento medio).
  • [2] R7: Percentuale di sostegno ad ettaro nelle aree con maggiori esigenze (rispetto alla media).impegni finanziabili riguardano la conversione e il mantenimento delle superfici a produzione biologica, le spese per l’acquisto di prodotti di lotta biologica (feromoni e predatori) nonché quelle per sementi, piantine e tuberoseme biologici.

Fonte pianetapsr.it