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Fini al Masaf con il commissario Šefčovič: “No a intese che scaricano i costi sulle imprese agricole”

Gli accordi commerciali devono favorire efficienza, competitività e vantaggi reciproci, non pesare sulle imprese agricole. È il messaggio che Cia-Agricoltori Italiani ha portato al tavolo del Masaf durante l’incontro con il commissario europeo al Commercio Maroš Šefčovič, ribadendo la necessità di garantire reciprocità, parità di regole e tutela effettiva dei produttori europei.

“Parlare di fondi di compensazione significa già ammettere che un accordo crea squilibri”, ha dichiarato il presidente nazionale Cristiano Fini, invitando l’Europa a difendere il principio di pari condizioni di concorrenza come base per ogni trattativa internazionale. Secondo Cia, l’Unione deve adottare una valutazione d’impatto cumulativa sugli accordi commerciali in discussione, così da evitare instabilità nei mercati agricoli, e introdurre clausole di salvaguardia tempestive e vincolanti per difendere le produzioni più sensibili.

Durante l’incontro, Fini ha sottolineato la necessità di rilanciare il dialogo con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo dello “zero per zero” sui dazi, partendo dal vino, e per tutelare l’export agroalimentare italiano, che da giugno ad agosto ha perso oltre 210 milioni di euro rispetto al 2024. Ha inoltre evidenziato i rischi di nuovi dazi antidumping sulla pasta, invitando Bruxelles a una strategia di cooperazione transatlantica più stabile.

Sul fronte Mercosur, Cia ha espresso forti preoccupazioni per la debolezza delle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione. Servono, ha spiegato Fini, “meccanismi automatici e giuridicamente vincolanti”, in grado di impedire l’import incontrollato di carne, pollame, miele, zucchero e riso, prodotti che mettono a rischio la tenuta delle filiere europee.

Infine, Cia ha posto l’attenzione sulla revisione del Regolamento SPG, chiedendo maggiore tutela per il riso europeo e limiti d’importazione più equi e bilanciati. “Non chiediamo protezionismo – ha concluso Fini – ma regole uguali per tutti e strumenti di difesa efficaci, per permettere all’agricoltura europea di competere nel mercato globale senza essere sacrificata”.

 

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