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Si è tenuto a Lamezia Terme, polo di eccellenza che produce il 90% delle piante di agrumi certificati da impianto, il convegno che ha fatto il punto sul vivaismo da produzione. Poco dopo l’annuncio del Ministro per l’agricoltura Lollobrigida circa lo schema di disegno di legge delega per il florovivaismo, si punta ora a valorizzare il settore del materiale da impianto.

Il vivaismo da produzione è già impegnato a sostenere la qualità delle produzioni, che si traduce in garanzia genetica e fitosanitaria, anche su base volontaria, raggiungendo gli standard di qualità più alti in Europa, ma per produrre l’eccellenza occorre cimentarsi anche con le novità all’orizzonte. A partire dal green deal europeo e dai regolamenti applicativi tra cui il farm to fork, nuove sfide debbono trovare risposta nel prossimo futuro.

Nel convegno si è ripercorso il complesso iter del regolamento per la sostenibilità dei prodotti fitosanitari (SUR). La riduzione dei p.a. che è stata proposta dalla UE è sfidante e non scevra di rischi per la produzione e la sicurezza alimentare ed è per questo che, all’indomani di una pandemia, di rincari importanti delle materie prime ed infine di una guerra in Europa è necessario essere cauti, come chiarito da Claudia Merlino responsabile dell’area economica di CIA Agricoltori Italiani.

In discussione in questi giorni a livello UE anche le moderne tecniche di genoma editing che rappresentano una possibilità di evoluzione del miglioramento genetico classico delle piante. Per Concetta Licciardello primo ricercatore del CREA OFA, le TEA hanno consentito di superare alcuni dei limiti del miglioramento genetico classico basato fondamentalmente sugli incroci che richiede lunghi tempi di realizzazione per le colture arboree e l’impiego di notevoli risorse economiche. Con le nuove tecniche si guarda alla lotta alle avversità delle piante (anche locali), all’adattamento ai cambiamenti climatici, agli anticipi di produzione.  Per la studiosa, l’approvazione, lo scorso 30 Maggio 2023 al Senato della Repubblica Italiana, dell’emendamento al Decreto Siccità per consentire la sperimentazione in campo di piante TEA e cisgeniche in presenza di stress ambientali e biotici, è un buon segnale per lo scardinamento del nesso TEA – OGM.

Cosa accade invece con la diminuzione dei principi fitosanitari è stato illustrato dall’intervento di Giovanni Minuto Direttore del CERSAA di Albenga. Una riduzione così drastica, in così poco tempo e in mancanza di alternative, pone non poche criticità agli agricoltori alle prese già con le diminuzioni di produzione dovute ai cambiamenti climatici. Per il Direttore a capo di un Laboratorio fitosanitario riconosciuto a livello Ue, l’approccio che bisognerebbe avere nella riduzione dei prodotti fitosanitari, dovrebbe tener conto delle attività di ricerca e sperimentazione in primis, seguire il principio di gradualità, essere a misura degli agricoltori ed economicamente sostenibile.

Un faro anche sul biocontrollo nel futuro del settore del vivaismo, con Fabio Chessa agronomo in forza all’area economica di CIA – Agricoltori Italiani, per il quale, un’agricoltura orientata agli obiettivi di sostenibilità ambientale richiesti dall’Europa, non può prescindere dalla diffusione e sperimentazione delle tecniche di biocontrollo, quali soluzioni di origine naturale e con basso impatto sulla salute umana e sull’ambiente.  I prodotti di biocontrollo, infatti, rientrano perfettamente nelle strategie di controllo integrate e garantiscono una serie di vantaggi ecosistemici come: l’aumento della biodiversità, la riduzione o la prevenzione delle resistenze, la salvaguardia della salute umana, la riduzione del residuo chimico negli alimenti e in ultima analisi produzioni più sane e sostenibili. Per un impulso importanti ai nuovi presidi, però, permangono alcune criticità importanti, anche di livello normativo, che devono ancora essere affrontate e risolte, come ha chiarito Chessa.

Con il Dott. Caruso invece si è fatto il punto sulle produzioni di eccellenza di Lamezia Terme e la qualificazione del materiale di propagazione per gli agrumiL’utilizzo di materiale di propagazione esente da organismi nocivi per la costituzione di nuovi impianti di agrumi è un prerequisito per garantire produzioni sostenibili e di qualità. Una pianta sana è una pianta che avrà bisogno di minori input in campo. Il riacuirsi di alcune malattie delle piante l’introduzione di pericolosi patogeni e di diverse malattie storiche richiedono attività di qualificazione del materiale di propagazione ed il sistema di certificazione volontaria.

Il progetto specifico, presentato nel corso dell’incontro dal Ricercatore, ha come priorità il miglioramento dello stato fitosanitario del materiale di propagazione di alcune varietà locali, la valutazione della suscettibilità di diverse varietà commerciali e l’ottimizzazione di protocolli di diagnostica dei principali organismi nocivi da trasferire agli operatori del settore.

Per Aldo Alberto Florovivaisti Italiani in questa fase per il settore del Florovivaismo è dirimente guardare al futuro del settore per porre le basi di uno sviluppo continuo. In un momento di profondi cambiamenti, ha aggiunto, occorre sfruttare le potenzialità della ricerca e orientare le scelte politiche, per questo è importante seguire le evoluzioni in ambito comunitario su SUR e TEA come spingere sui presidi di biocontrollo per una normativa differenziata e preferenziale rispetto ai fitofarmaci. Fare luce sull’importanza del vivaismo da impianto ci consente, nel momento in cui il MASAF sta lavorando alla legge quadro per il settore, di valorizzare un tassello strategico del made in Italy dell’agroalimentare – ha concluso.

Per il Presidente Nazionale CIA Agricoltori Italiani Fini, che ha concluso i lavori, la difesa fitosanitaria deve iniziare dal vivaio e il florovivaismo è fondamentale perché tutto inizia da lì. Ma, ha aggiunto, la transizione ecologica non può, al momento fare a meno dei presidi fitosanitari in assenza di strumenti alternativi efficaci e disponibili. Il SUR che sarà discusso in plenaria ad ottobre non può essere quello presentato della Commissione, c’è il rischio di non avere sufficienti strumenti contro la diffusione di malattie e, dunque perdite di produzione importanti, senza reali benefici. E’ dunque necessario proseguire nella transizione ecologica con la necessaria gradualità negli obiettivi di riduzione della SUR e accelerando, viceversa, su ricerca, TEA e biocontrollo.