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LITORALE SACRO A SANTA MARIA DEL CEDRO, DIAMANTE E SCALEA PER SCOPRIRE MITI E TRADIZIONI RELIGIOSE LEGATE ALL’AGRUME SIMBOLO DELLA RIVIERA TIRRENICA COSENTINA

La Riviera dei cedri, dove l’azzurro del mare si fonde col blu del cielo. Nome persuasivo e seducente che trova riscontro con la realtà, la bellezza e la varietà della costa dell’alto Tirreno cosentino. Qui viene infatti evocato il mito dell’agrume definito, nella Bibbia, “il frutto dell’albero più bello”. Utilizzato dagli ebrei nella celebrazione della Sukkoth (festa delle capanne), in estate il cedro richiama sulla costa calabra migliaia di villeggianti e numerosi rabbini ortodossi che vengono a raccoglierlo e selezionarlo per spedirlo nelle sinagoghe più remote e sperdute del mondo. Secondo quanto prescritto dai testi sacri, il frutto – in ebraico etrog – deve essere completamente sano e proveniente da una pianta di almeno quattro anni non innestata. La tipologia usata per la ricorrenza ha le stesse caratteristiche di quella che viene coltivata a Santa Maria del Cedro, dove ha trovato un habitat ideale per fiorire e vegetare e, proprio di recente, ha ottenuto anche la certificazione Dop. La località di circa cinquemila abitanti fa parte dei 15 comuni della costa tirrenica nella provincia cosentina che appartengono alla Riviera dei cedri (altri sette si trovano nell’entroterra per un totale di 22 municipi). Secondo Franco Galiano, scrittore e presidente dell’Accademia del cedro, questa città è la capitale dell’agrume nel mondo: «Il borgo con la cultura contadina, la coltivazione lungo i fiumi Abatemarco e Lao, la trasformazione artigianale del prodotto e la vendita in varie botteghe del posto rendono splendido, per il turista, l’incontro con questo straordinario frutto, per cui la comunità locale ha una tale venerazione religiosa da aver costruito un tempio per la sua protettrice, Nostra Signora del cedro». Anche per il 2023, il comune ha conquistato la Bandiera blu per il mare limpido, il turismo sostenibile e la tutela del territorio insieme ad altre quattro località della riviera: Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella e Diamante. La Foundation for Enviromental Education Italia gli ha assegnato anche la Spiga verde, che premia il corretto uso del suolo, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura e la presenza di produzioni agricole tipiche. Inoltre, la località è capofila del Gal Riviera dei cedri, gruppo di azione locale che ha l’obiettivo di promuovere a livello istituzionale, economico e commerciale i centri del territorio. Dal 17 al 21 agosto, a Santa Maria si tiene il vivace Mediterraneo cedro festival, un percorso tra mare e terra per celebrare il prodotto identitario del litorale e promuovere il confronto interculturale tra i popoli. La manifestazione è ricca di spettacoli musicali e artistici tra il lungomare e il centro, con degustazioni di specialità locali e piatti a base di questo agrume. Emergono, quindi, i due aspetti speculari del cedro: quello sacro – legato principalmente alla cultura ebraica – e quello profano, che comprende l’interesse letterario da parte di scrittori Diamante, gemma della Riviera dei cedri (Cosenza) © Eugenio Magurno 70 IL PAESE DEI MILLE PAESI come Giacomo Casanova, Matilde Serao, Gabriele D’Annunzio ma anche la diffusione commerciale a opera dei tanti che hanno avuto modo di declinarlo in campo estetico, medico, farmaceutico e dolciario. Proprio nell’arte culinaria il cedro, a cui qui è dedicato anche un museo all’interno di un opificio storico del XV-XVI secolo, ha guadagnato sempre più estimatori diventando l’ingrediente segreto per olio e salse utilizzate come condimento di ricette originali. Sulla costa tirrenica nella provincia cosentina c’è da segnalare un’altra bellezza da Bandiera blu: Diamante, con i suoi oltre 300 murales. Quella che in molti definiscono la città più dipinta d’Italia ha un mare stupendo ed è vicinissima all’isolotto di Cirella, con le suggestive rovine di una fortificazione edificata per proteggere il territorio dalle continue aggressioni turche. Il borgo è sede dell’Accademia nazionale del peperoncino che, dal 6 al 10 settembre, organizza il famoso Festival.

TORTA AL CEDRO DI ARONNE di Sandra Jacopucci

Inventata negli anni ‘90 da Renato Aronne, patriarca di una famiglia di pasticcieri di Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro, è diventata immancabile presenza sulle tavole più prestigiose. Al gusto sembrerebbe un dolce antico se non fosse per quel tocco di delicata raffinatezza, tipica dei tempi moderni, caratterizzata da una parte esterna croccante e un cuore morbido. La base è una frolla sormontata da pasta di mandorle italiane tritate e unite a zucchero semolato, albumi d’uovo e pasta di cedro ricavata dalle bucce del frutto candito macinato. C’è poi uno strato di pan di Spagna bagnato con estratto di cedro, non alcolico. La copertura consiste nella stessa pasta di mandorle interna che solidifica grazie alle 24 ore di riposo della preparazione prima della cottura (in forno statico a 190° per 15 minuti). Si mantiene naturalmente, a temperatura ambiente, per 30 giorni. del piccante che prevede eventi di arte, musica, cultura e gastronomia senza biglietto di ingresso. Tra le star del turismo calabrese c’è anche la vicina Scalea, nota per le acque turchesi, la spiaggia apparentemente interminabile, l’accogliente centro storico, i resti del Castello normanno e la cinquecentesca Torre Talao, simbolo della città. Secondo la leggenda, all’inizio del XVII secolo il guardiano della costruzione che dominava la baia non avvertì la popolazione dell’arrivo dei corsari. Così i Saraceni invasero e saccheggiarono Scalea e furono cacciati solo dopo un’aspra lotta. Alla fine della battaglia, il sorvegliante traditore venne impiccato e da allora il pinnacolo venne soprannominato torre di Giuda. Va detto, però, che un’altra teoria indica la vicinanza al ghetto ebraico come vero motivo dell’appellativo. A Scalea il mese di agosto è ricco di soprese e accoglie gli ospiti con una serie di manifestazioni: dal Premio Metastasio dedicato alle eccellenze del Mediterraneo al Peperoncino jazz festival, passando per il Laos fest, manifestazione di musica indie. «Una vacanza nell’alta Riviera dei cedri», conclude Galiano, «oltre a offrire accoglienza e relax ospitale, consente di immergersi nei miti greci e magnogreci del golfo di Policastro. Ma anche di sentire ancora l’eco dell’urlo saraceno assalitore della costa, in un paesaggio marino e rurale irrepetibile e stregante».